L'Anpi replica: «Lasciateci fuori da questa storia»

TERAMO – C’è una polemica nella polemica per la vicenda della condanna a sei anni di reclusione per i cinque teramani accusati dell’assalto al blindato dei carabinieri negli scontri di Roma del 15 ottobre 2011. E’ quella tra le sezioni Anpi di Pescara e Teramo ma soprattutto tra Azione Antifascista e la prima. Ieri i rappresentanti teramani dell’associazione partigiani si erano dissociati dalla nota di solidarietà, diffusa dai partigiani pescaresi, a Davide Rosci, il leader del gruppo sottoposto a processo. Gesto fortemente criticato questa mattina dai giovani di Azione Antifascista. Critica alla quale l’Anpi teramana replica, sostenendo che «l’Associazione è estranea alla vicenda giudiziaria e dunque non vi entra, come indicato anche dalla segreteria nazionale. Invitiamo pertanto chiunque – conclude la nota – a non coinvolgere più l’Associazione Nazionale dei Partigiani D’Italia in questa vicenda». A ‘bissare’ le critiche degli antifascisti a questa posizione è arrivata nelle ultime ore anche la nota del Cau Stella Rossa, attraverso il suo portavoce Andrea Core: «La segreteria Anpi di Teramo, invece di specchiarsi a qualunque altra sezione Anpi d’Italia, ed esprimere solidarietà a Davide, Mauro, Cristian, Marco e Mirco, ne ha preso subito le distanze. Vorremmo ricordare loro che l’antifascismo non è qualcosa che si commemora solo il 25 aprile o a Bosco Martese alla presenza delle istituzioni e delle divise, bensì è un valore che deve essere alla base della nostra vita, che va fatto anche per strada e non solo nei salotti e che i compagni non vanno mai lasciati soli, nemmeno in campagna elettorale nella speranza di racimolare qualche voto di più».